Il progetto Spellbound 25 è una produzione Spellbound realizzata con il contributo del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo e Regione Lazio – Dipartimento Cultura, Politiche Giovanili e Lazio creativo in collaborazione con
Ambasciata di Spagna a Roma e in coproduzione con MilanoOltre e Cultur Partner
Direzione Artistica Mauro Astolfi – Direzione Generale Valentina Marini
MARTE
Coreografia Marcos Morau in collaborazione con I danzatori
Assistente alla Coreografia Lorena Nogal Navarro
Interpreti Lorenzo Capozzi, Riccardo Ciarpella, Linda Cordero, Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Mateo Mirdita, Caterina Politi, Aurora Stretti
Set e Costumi Marcos Morau
Disegno Luci Marco Policastro
Musiche AAVV
Durata 25’
Nonostante i suoi 37 anni, Marcos Morau pensa a tutto ciò che ha lasciato e a tutto ciò che non potrà mai più essere. Oggi ricorda il momento in cui tutto era possibile, quel momento in cui la realizzazione e il fallimento sono raggiunti in tutto il loro splendore e tutto è vissuto come se il mondo si scontrasse domani.
Marte oltre al Dio della guerra, lo è della passione, della sessualità, della perfezione e della bellezza e dà titolo al nuovo lavoro dell’autore con sede a Barcellona per Spellbound Contemporary Ballet.
Marte rappresenta quel pianeta vuoto e ostile che attende di essere colonizzato da un gruppo di giovani in una sorta di celebrazione nell’Europa del XXI secolo, con tutta la forza della sua gioventù e del suo desiderio come forza motrice. Un luogo dove nessuno vuole essere lasciato indietro e il futuro è visto come un labirinto confuso, pieno di rassegnazioni, delusioni e nuovi conflitti, e dove l’unica guerra che si combatte è quella che li mette di fronte a un mondo che avanza così velocemente da non poter continuare.
Piacere, desiderio e tensione sono gli elementi centrali di questo progetto. Un conflitto tra l’individuo e la collettività, tra il presente e un futuro incerto, tra la materia organica e la tecnologia, dove si rivela una nuova concezione della forma astratta.
“ÄFFI“
Coreografie, set e costumi Marco Goecke
Interprete Mario La Terza
Assistente alla coreografia Giovanni di Palma
Disegno luci Udo Haberland
Musiche Johnny Cash
Riallestimento per Spellbound Contemporary Ballet
Durata 12‘
“Äffi”, una delle creazioni di maggior successo internazionale di Marco Goecke, è stata inserita nel repertorio dello Scapino Ballet di Rotterdam nel 2006, ed è stata eseguita da Tadayoshi Kokeguchi nel 2006 a Istanbul e nel 2008 a New York. Sebbene Arman Zazyan, Damiano Pettenella, William Moore, David Moore, Robert Robinson, Mischa van Leuven e – finora unica donna – Katja Wünsche hanno studiato l’assolo, la performance più memorabile è quella del fenomenale Marijn Rademaker, protagonista della prima, che nel 2006 gli è valso il prestigioso premio teatrale tedesco “Der Faust” (“The Fist”) come “Best Dance Performer”, assegnato per la prima volta quell’anno. Spellbound Contemporary Ballet è la sola compagnia di produzione italiana da avere in repertorio questa creazione.
Basato sulla grammatica della tecnica classica anche il gesto di Goecke ma fortemente contaminato dalle espressioni del tanztheater tedesco: «Il motore del mio lavoro è l’angoscia, può diventare una fonte di speranza. Rendere l’angoscia visibile e palpabile per trasformarla in bellezza», dice Goecke nel documentario rivelatorio A fleur de peau, realizzato da Manon Lichtveld e Bas Westerhof, nel quale l’artista ci porta dentro
la passione per il teatro scoperta a 14 anni, gli attacchi di panico, iniziati da giovane, la meraviglia della creazione. «Sfuggire dal corpo, scappare dai propri limiti è quello che cerco di fare con i movimenti veloci del mio vocabolario», spiega l’artista.
UNKNOWN WOMAN
Coreografia Mauro Astolfi
Interprete Maria Cossu
Assistente alla coreografia Alessandra Chirulli
Disegno Luci Marco Policastro
Costume Anna Coluccia
Musiche AAVV
Durata 14’
Per Maria,
Unknown Woman è un racconto serio ed immaginario allo stesso tempo, è un raccoglitore di memorie e di pensieri di quello che è accaduto con un’artista importante in 20 anni di collaborazione e di condivisione. Io e lei abituati in questi 20 anni a raccontarci alcune cose segrete attraverso dei movimenti, dei portatori sani di verità, una rubrica disordinata dove ho dovuto leggere e rileggere appunti per capire la donna e l’artista.
Forse ci siamo capiti solo in una sala prove e sul palcoscenico di un teatro, ma come si fa a capire un’artista? inseguirla è stato possibile solo con gli occhi e con il cuore, ogni altro modo ti confonde ancora di più e ogni volta devi quasi ricominciare dall’inizio, come ci ripresentassimo e ci chiedessimo per la prima volta il nome. Non so dove finisce l’immaginazione e quanto invece ho imparato da lei in questi 20 anni.
Da sconosciuti siamo ancora in sala, ci osserviamo, ci regaliamo e ci rubiamo cose, ma ci conosciamo bene e per questo camminiamo ancora insieme. (Mauro Astolfi)
WONDER BAZAAR
Coreografia Mauro Astolfi
Interpreti Lorenzo Capozzi, Riccardo Ciarpella, Linda Cordero, Maria Cossu, Mario Laterza, Giuliana Mele, Mateo Mirdita, Caterina Politi, Aurora Stretti
Assistente alla Coreografia Alessandra Chirulli
Set e luci Marco Policastro
Realizzazione costume Anna Coluccia
Musiche AAVV
Durata 35’
Wonder bazaar è un avamposto di una umanità servo assistita da una tecnologia desueta, un emporio a buon mercato dove cercare di riparare i danni di una vita che non si riesce a capire e a controllare.
Ognuno accartocciato su sé stesso, dove i rapporti umani ormai ridotti al minimo lasciano spazio ad una fiducia cieca e priva di senso nei confronti di una macchina che, anche se spenta e non funzionante, dà sicurezza.
Ma tra i macchinari e gli scaffali c’è chi trova un rimedio per gli afflitti da angoscia esistenziale e lavora ad un progetto misterioso, forse un azzardo, ma per tentare di ribaltare l’alienante mondo contemporaneo. Un sistema ormai perfetto di produttività meccanica, scaffali pieni di testimonianze di felicità mia raggiunte.
Wonder Bazaar è uno studio ibrido tra passato e futuro dove smettere di girare in tondo in una fitta matrice di abitudini, dove si verifica l’incapacità di condividere emozioni reali con gli altri. La meraviglia di questo bazaar è che proprio in questo cimitero di macchinari non più funzionanti o semi funzionanti si ritrova un senso di fede non più verso qualcosa o qualcuno all’esterno di noi: proprio qui paradossalmente si risolvono teoremi importanti sul senso della vita al di fuori della connessione con le macchine e ci si ricorda che le macchine sono state costruite da noi. (Mauro Astolfi)
Prezzi intero € 20, ridotto over 65 €15, ridotto under 26 €12, info 065898031 promozioneteatrovascello@gmail.com – promozione@teatrovascello.it