Uno spettacolo di
CARROZZERIA ORFEO
Drammaturgia Gabriele Di Luca
Regia Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
Con (in o.a.)
Elsa Bossi Patty
Ambra Chiarello Hope
Federico Gatti Igor
Barbara Moselli Clara
Massimiliano Setti Cesare
Federico Vanni Plinio
Federico Brugnone Mosquito/Mohamed
Si ringrazia Barbara Ronchi per la voce della moglie.
Musiche originali Massimiliano Setti
Scenografia e luci Lucio Diana
Costumi Stefania Cempini
Una coproduzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli -Teatro Bellini
in collaborazione con il Centro di Residenza dell’Emilia-Romagna “L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale”
Con questo testo, Gabriele Di Luca è stato selezionato come autore italiano nel progetto americano ITALIAN PLAYWRIGHTS PROJECT 3a EDIZIONE (2020/22), finalizzato alla promozione della scrittura creativa contemporanea. Nel 2020 è finalista al Premio Le Maschere del Teatro Italiano nella sezione migliore autore di novità italiana.
Nel 2022 il testo di Miracoli Metropolitani è stato pubblicato dalla casa editrice CuePress. Nello stesso anno, lo spettacolo viene selezionato dalla rivista Birdmen tra i 10 spettacoli imperdibili del 2022.
SINOSSI
Mentre all’esterno le fogne, ormai sature di spazzatura e rifiuti tossici, stanno lentamente allagando la città, gettando la popolazione nel panico e costringendola ad una autoreclusione forzata in casa, in una vecchia carrozzeria riadattata a cucina, specializzata in cibo a domicilio per intolleranti alimentari, si muovono otto personaggi: Plinio, chef stellato un tempo e oggi caduto miseramente in rovina, che coltiva sogni impossibili di riscatto culinario mentre la realtà gli impone di cucinare squallidi cibi precotti e liofilizzati importati dalla Cina; sua moglie Clara, ex lavapiatti e infaticabile arrampicatrice sociale, che con il tempo si è trasformata in un’improbabile e bizzarra imprenditrice di classe, in eterno conflitto con il marito sulla gestione dell’attività; Igor, figlio di Clara e figliastro di Plinio, un ragazzo di 19 anni, con grossi problemi di disabilità emotiva, autorecluso ormai da mesi nella propria stanza e ossessionato da un videogame sulla guerra (Affonda l’immigrato), unica valvola di sfogo per le proprie frustrazioni. Come se non bastasse, presto si unisce alla famiglia Patty, la madre settantenne di Plinio, ex brigatista e femminista convinta, che dopo aver speso la vita ad aiutare i popoli di mezzo mondo nella lotta contro le dittature di destra che li opprimevano, è ora tornata in Italia per combattere la sua ultima battaglia: a causa dell’ emergenza fognaria il governo è stato costretto ad emanare un decreto di sostegno per le fasce più deboli della popolazione, ma ecco che quando tra i beneficiari vengono inclusi anche gli immigrati, violenti gruppi di destra iniziano a perseguitarli e ucciderli impunemente al grido di “Prima la Patria.” Un nuovo capro espiatorio è stato trovato, un facile nemico a portata di mano da strumentalizzare politicamente e che in breve tempo porterà ad una guerra civile che velocemente precipiterà nella costituzione di un nuovo governo dai chiari richiami fascisti.
A completare il quadro tragicomico quanto amaro della storia, ci sono poi Cesare, un aspirante suicida che casualmente entra a far parte della “squadra” e presto si affezionerà in modo tenero quanto morboso al problematico Igor; Mosquito, un carcerato aspirante attore costretto ai lavori socialmente utili, grazie ad un accordo tra il direttore del carcere e Clara che, non senza egoismo, lo sfrutta per accedere ai fondi europei; Mohamed, professore universitario in Libano e rider sottopagato e sfruttato in Italia. Infine, Hope, una misteriosa, aggressiva e buffa lavapiatti etiope, che nasconde un grande segreto e obiettivi moralmente discutibili…
SINOSSI BREVE
Mentre le fogne, sature per i continui abusi ambientali, allagano la città, in una cucina fatiscente, si muovono otto personaggi vinti dalla vita: Plinio, ex chef stellato oggi in rovina; la moglie Clara, ex lavapiatti con velleità da imprenditrice; il figlio Igor, ossessionato dal videogame Affonda l’immigrato; Hope, tuttofare etiope mossa da obiettivi moralmente discutibili; Mohamed, professore in Libano, rider sfruttato in Italia; Patty, madre idealista di Plinio, chiamata a un’ultima battaglia: per l’emergenza fogne, il governo ha emanato un decreto di sostegno per i poveri e gli immigrati che scatena la reazione di gruppi di destra. A loro si uniscono Cesare, aspirante suicida divorato dal senso di colpa, e Mosquito, carcerato costretto ai lavori socialmente utili. Uno spettacolo dove si ride tanto, ma dove non si ride affatto…
NOTE DI REGIA
Miracoli Metropolitani è il racconto di una solitudine sociale personale dove ogni uomo, ma in fondo un’intera umanità, affronta quotidianamente quell’incolmabile vuoto che sta per travolgere la sua esistenza. Siamo di fronte al disfacimento di una civiltà, alla dissoluzione delle relazioni e dell’amore inteso in tutte le sue accezioni, all’azzeramento del ragionamento e del vero “incontro” a favore di dinamiche sempre più malate tra le quali un’insensata autoreclusione nel mondo parallelo del Web, pericoloso sostituto del mondo reale. Il risultato è la più totale solitudine esistenziale, un’avversaria molto più temibile dell’Isis. L’alimentazione, il rapporto con il cibo come forma di compensazione al dolore, come alienazione di un Occidente decadente e sovralimentato, sempre più distratto e imprigionato dai suoi passatempi superflui, la questione ambientale, la solitudine e la responsabilità: sono questi i temi attorno ai quali di sviluppa il mondo di Miracoli Metropolitani. Insomma, un mondo stupido…. Uno spettacolo dove si ride tanto, ma dove non si sta ridendo affatto.
I personaggi di Miracoli Metropolitani sono un’oasi di diversità apparente: partendo da un’esasperazione di sentimenti di fallimento, solitudine e fragilità, spesso trattati in modo bizzarro e al confine con il grottesco, alla fine si riconnettono con noi svelando il loro nucleo più reale e umano: restano madri frustrate, figli disadattati, amori infranti, solitudini disperate. Si tratta di un’umanità alla deriva, di un gruppo di perdenti, in cerca, ognuno, delle proprie verità nel tentativo di soddisfare i propri desideri più profondi.
Nella loro cucina sgangherata, i protagonisti devono vedersela con ricette assurde per comporre alla meglio il menù europeo, quello asiatico o africano… spesso usando prodotti precotti e presurgelati dalla dubbia provenienza, esclusivamente per soddisfare le richieste di un mercato globale che vuole nutrirsi sempre di più e pagare sempre di meno. In questo senso, il tema del cibo non vuole certo essere una critica a chi soffre realmente di intolleranze alimentari, ma la metafora di un consumismo assurdo, il racconto di come nella modernità ogni cosa venga esasperata, persino il cibo, nostro bisogno primario, che da urgenza alimentare è stato trasformato in una pericolosa moda da cavalcare. Per restituire al pubblico la concretezza delle tematiche trattate, in Miracoli Metropolitani si cucina davvero, favorendo così anche una forte connessione emotiva fatta di rumori, odori e sapori immaginati.
NOTE DI DRAMMATURGIA
Miracoli Metropolitani è nato da tre suggestioni fondamentali: indagare il tema del cibo come problema reale per gran parte del mondo e bene di lusso per un minuscolo Occidente opulento fatto di alta cucina e reality show; dalla lettura de “La sincronicità” di Jung, il teorizzatore dell’esistenza degli eventi a-causali, ovvero di tutti quegli eventi che si sottraggono alla rigida regola del rapporto causa/effetto per manifestarsi come coincidenze speciali o noumeniche, come le definisce l’autore, che spesso noi chiamiamo – e viviamo come – miracoli. E da un fatto di cronaca inquietante quanto bizzarro: nel settembre 2017 nelle fogne del quartiere di Whitechapel a Londra, è stato trovato dai sommozzatori fognari un enorme fatberg (letteralmente un iceberg di grasso calcificato) che occludeva il tratto fognario. Il “Mostro”, fatto di feci, salviette umidificate, pannolini, condom usati, sigarette, telefonini, e centinaia di altre schifezze che i londinesi per decenni hanno gettato nello scarico del wc, pesava 130 tonnellate (quanto 11 autobus a due piani) ed era lungo 250 metri.
Da questo fatto, naturalmente, si è generato l’innesco dell’intero testo: e se il “mostro” esplodesse?
La scrittura di Miracoli Metropolitani è iniziata prima dell’emergenza sanitaria del Covid-19, già immaginando una società chiusa in casa: all’esterno i trasporti sono fermi, la disoccupazione tocca il 62%, le attività commerciali falliscono quotidianamente e la Messa della domenica ormai si celebra soltanto in streaming. L’esplosione delle fogne è il simbolo di un pianeta che si rivolta concretamente all’uomo per riaffermare sé stesso e ribellarsi a decenni di incurie, prevaricazioni e abusi ambientali. È una società, quindi, che sta per essere sepolta dai suoi stessi escrementi, metafora di pensieri e azioni malate, di un capitalismo culturale orribile, di un’umanità ai ferri corti con sé stessa dove la “merda” più che nelle fogne sembra annidarsi nei cervelli. Durante la stesura, quindi, alla prima domanda “E se il mostro esplodesse?” ne è seguita una seconda ancora più assillante: come si comporterebbe l’uomo di fronte a una tragedia di questa portata? Sarebbe capace di riconoscere i propri errori e cambiare rotta, o ancora una volta sentirà il bisogno di scaricare ogni sua colpa su un nemico, su un avversario più debole che nello spettacolo, così come spesso nella realtà, è rappresentato dagli immigrati? Il chiaro richiamo al nostro presente e ai suoi escrementi, reali e figurati, cerca di essere innanzitutto un appello ai cittadini.
Dopo Thanks for Vaselina e Animali da Bar, i testi più esistenzialisti, e Cous Cous Klan, il più distopico, Miracoli Metropolitani è, infatti, quello più politico perché immaginando un futuro possibile, ma non ancora reale, cerca di richiamare alla responsabilità individuale e sociale, affinché la storia non ci presenti nuovamente il conto attraverso quelle derive populiste ed estreme che nel passato hanno fatto precipitare nell’orrore del fascismo, qui, inteso non solo nella sua accezione politica ma esistenziale.
ESTRATTI STAMPA
Ci si imbatte in delicate citazioni di Pessoa e di Camus, si fanno i conti con dolori misteri della vita e della morte, incombe un tracollo ambientale che obbliga a una quarantena, e aleggia la minaccia di un regime autoritario e xenofobo, nell’ultima strepitosa commedia umana di Carrozzeria Orfeo, Miracoli Metropolitani… Encomiabili gli interpreti, nel seminterrato di una cucina per cibo a domicilio: lo chef, la moglie, il figliastro, la lavapiatti, la nonna, l’attore, l’aspirante suicida. Uno spettacolo politico, grottesco e imperdibile.
Rodolfo di Giammarco, la Repubblica
Due anni di tamponi e quarantene, sì-vax e no-vax, Green Pass e mascherine rinforzate. Uno se ne va a teatro quando ogni passione è spenta, e niente sembra capace di lasciare traccia. Poi si abbassano le luci, e – colpo di scena – tutto si ribalta. Risa, silenzio e adrenalina per due ore e mezza filate. Le luci di riaccendono e il pubblico si alza in piedi per ringraziare la compagnia, che a sua volta ringrazia. L’occhio cerca un solo posto vuoto in platea, e non lo trova. È la forza della presenza, che si ricorda di esistere, e si ribella a questa vita parcheggiata in remoto. È la forza miracolosa del teatro, che su Zoom non si può fare… Miracoli Metropolitani è un esilarante girotondo a vuoto, un cannocchiale a specchio della perplessa disperazione contemporanea, ad affannarsi negli inferi da asporto della Carrozzeria Orfeo ci siamo tutti noi, come siamo, come vorremmo essere, come temiamo di essere ma non osiamo dirlo nemmeno a noi stessi…
Nanni Delbecchi, Il Fatto Quotidiano
È un succedersi di tutto esaurito all’Elfo Puccini per l’ultimo spettacolo della Carrozzeria Orfeo, feroci, cinici e sagaci osservatori del quotidiano… La realtà che la Compagnia ci apparecchia è vera e eccessiva e molto infelice, e come tale beckettianamente divertente, una fauna metropolitana di frustrati, reietti, delusi e disperati, grotteschi e reali. I protagonisti, i bravi, tragicomici e sgargianti Elsa Bossi, Ambra Chiarello, Federico Gatti, Aleph Viola, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti, Federico Vanni, sono nella disgustosa cucina dove preparano ignobili piatti destinati alla consegna a domicilio.
Magda Poli, Corriere della Sera
…Come nelle precedenti produzioni di Carrozzeria Orfeo, anche qui si ride molto, con un fuoco di fila di battute per due ore e mezza di spettacolo, ma questa comicità è il risultato di una serie di elementi ben combinati fra loro: una drammaturgia – di Gabriele Di Luca, che si conferma tra gli autori più originali del panorama nazionale – capace di coniugare umorismo irriverente e riflessione esistenziale, da un lato, con una visione critica della società contemporanea, votata all’autodistruzione, dall’altro; una regia – dello stesso Di Luca, con Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi – che monta le diverse sequenze con un taglio cinematografico e un ritmo serrato, giustapponendo commedia e dramma, arguzia satirica a momenti di lirismo; e un gruppo di attori straordinari e affiatati.
Fabrizio Coscia, Il Mattino di Napoli
La novità con cui la Carrozzeria Orfeo ha chiuso in bellezza il ricco Napoli Teatro Festival, Miracoli Metropolitani, è forse un po’ più simile a una commedia tradizionale che non ai fortunati spettacoli precedenti della ditta-follia ma, come diceva Polonio, con un metodo. Ricordando l’illustre precedente di Arnold Wesker, La cucina, tutto, o quasi, si svolge dentro tale luogo di lavoro. Però questa è una cucina di emergenza…la cucina in questione abbandona i piatti tradizionali e rifornisce a domicilio una clientela di poche pretese con cibi precotti, liofilizzati e peggio, donde la continua frustrazione del cuoco e padrone dell’esercizio. Le ordinazioni dall’esterno sono convulse, il loro smaltimento, caotico e persino cinico; per un po’ ci divertiamo ad assistere ai battibecchi, non privi di battute taglienti (testo di Gabriele Di Luca) tra sette personaggi più o meno esasperati…I contrasti tra questi tipi eterogenei, offerti con ritmo e vivacità irresistibili (tra gli ottimi citiamo almeno Beatrice Schiros) …
Masolino D’Amico, La Stampa
…ennesimo acido capolavoro di scrittura del nostro tempo costruito da Gabriele Di Luca per i suoi amici e compagni di Carrozzeria Orfeo e messa in scena come per una corsa mozzafiato insieme a Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi…. Chi ha visto altri spettacoli di Carrozzeria Orfeo sa bene che il motore da cui la scrittura di Gabriele Di Luca prende forza è una qualche verità, nascosta e scoperta come improvvisa aggressione, che scombina l’ordine rassicurante di micro e macro-comunità. L’abbiamo applaudita altre volte stupiti da tanta crudele ironia veritiera e paradossale. Su questa corda tesa sul baratro i suoi attori sono funamboli in corsa, e non si sa chi di loro sia il più bravo a non cascare giù all’improvviso. Li si ama per lo più, per la qualità del disegno disperato e della quota comica, dello sguardo inorridito e del sussulto infastidito provocato dall’altalena incessante e dall’accumulo di temi e pensieri tra cui districarsi, dalla velocità da capogiro e dalla tenerezza che vi si nasconde nel sorriso mascherato da ghigno feroce… Di Luca ed i suoi non lasciano scampo, prendere o lasciare, e se vi piace avrete trascorso una bella serata di teatro.
Giulio Baffi, la Repubblica
…per ciò che attiene allo spettacolo in sé, aggiungo che la regia detta tempi veloci, quelli di una sarabanda a rotta di collo che – ecco il pregio fondamentale dell’allestimento – lascia affiorare gli spunti di riflessione con assoluta naturalezza, senza determinare scarti rispetto al contesto. A ciò concorre anche l’elemento mobile dell’impianto scenografico di Lucio Diana, una sorta di scatola che, nel manifestare i cambi d’ambiente, avanza e retrocede con effetti di tipo cinematografico, insieme di dissolvenza incrociata e di zoom. E il resto, s’intende, è affidato agli eccellenti interpreti qui in azione…E chiudo esattamente come chiusi recensendo, due anni fa, il precedente spettacolo di Carrozzeria Orfeo, «Animali da bar»: vale proprio la pena di andarci, al Bellini: rideremo, ma, nello stesso tempo, avremo l’opportunità di guardarci allo specchio, il che non fa mai male.
Enrico Fiore, controscena.net
Carrozzeria Orfeo non perde occasione per confermarsi come uno dei gruppi italiani (e non solo) più convincenti della scena teatrale contemporanea… due ore e passa di spettacolo, con ritmi serratissimi, amaramente divertenti e densi di contenuti politici e sociali, sciorinati con vertiginosa naturalezza…. un ingranaggio perfetto costruito da tutti gli attori…
Stefano de Stefano, Corriere del Mezzogiorno
..Bravissimi gli attori, bella la scenografia apocalittica, efficaci al solito i dialoghi e le battute feroci. Anche se Gabriele Di Luca, regista e anima della compagnia, dice che questa è la loro pièce più politica, il finale camusiano colora “Miracoli metropolitani” ancora di una tinta esistenzialista con flash alla Frank Capra. Non è buonismo per carità, ma è chiaro che qui c’è una società al capolinea che, come un urlo di Munch, deve ripulirsi dal nichilismo “merdifero” in cui sta affogando, resettando tutto. Sempre che ce ne sia ancora il tempo.
Michele Weiss, La Stampa
Scendere nei sottoscala fetenti della società, assistere al degrado dei valori e al disagio della marginalità, al dolore della perdita e della sconfitta. E poi riemergere con un sorriso sulle labbra, una speranza di riscatto: un’impresa impossibile, che riesce sempre a quel genio di Gabriele Di Luca, affiancato dagli strepitosi compagni di lavoro di Carrozzeria Orfeo. Anche stavolta ce la fa, e riscuote infiniti applausi, con il suo spettacolo più grintoso e politico…
Lucilla Niccolini, Corriere Adriatico
Dialoghi fittissimi, linguaggio rock, ritmo che sta al passo con quello delle serie tv e del cinema. Ma soprattutto tanta carne al fuoco nell’istantanea corrosiva di questo nostro Vecchio Continente consumista, razzista, decadente. Tante risate a scena aperta, qui meno amare di altre volte, perche, forse, un piccolo miracolo metropolitano può succedere.
Mara Pedrabissi, Gazzetta di Parma
… Uno spettacolo che onora il concetto di teatro come luogo entro cui rispecchiarsi per trovare le motivazioni, le dinamiche di un auspicabile cambiamento… Al limite, di miracoloso c’è il fatto di poter constatare che al di là di tanti luoghi comuni nel mondo dello spettacolo si trovi tanta professionalità come quella di questa compagnia… Uno di quegli spettacoli che convincono della opportunità, se non addirittura della necessità, di andare a teatro per una infinità di motivi che in sintesi fondono il bisogno di ridere con quello di riflettere su noi stessi.
Andrea Marcheselli, Gazzetta di Modena
… Due ore e mezza di spettacolo che volano, letteralmente, grazie all’ottima qualità del testo, alla sottile ironia che pervade la messinscena e che nulla toglie, anzi casomai valorizza la profondità dei temi trattati…
Stefania Maraucci, Hystrio
A metterli in fila, uno dietro l’altro, i testi di Gabriele Di Luca scritti per la sua compagnia, Carrozzeria Orfeo, potrebbero rappresentare un’impietosa carrellata di fotografie distorte e inacidite dell’ultimo decennio; uomini e donne che a volte sono mostri di cattiveria e cinismo, a volte arresi al proprio destino prima di un colpo di coda oppure in un perenne tentativo di salire quella scala sociale che, o per nascita o per incapacità, la vita ha negato loro… Sono macchine di risate e divertimento in grado però di incontrare il dramma e dunque di richiamare proprio i paradossi che sono alla base di certi comportamenti e meccanismi sociali…
Andrea Pocosgnich, TeatroeCritica
…I Carrozzeria sono contemporanei e classici, il loro schema sul palco riflette un’ambientazione moderna all’interno di una griglia “familiare”; potremmo definirlo un “teatro borghese” 2.0. Di Luca è il nostro odierno Eduardo, raccontandoci piccole esistenze e, a sprazzi, il mondo che gli gira intorno, frammenti di un’umanità dolente e perdente e sconfitta come cartina di tornasole di un più ampio meccanismo che tutti tritura e mastica e digerisce e al quale sembra che nessuno possa sottrarsi….Il ritmo e la velocità da teatro british, così come la cattiveria e le stilettate, sono il marchio di fabbrica di CO…
Tommaso Chimenti, Recensito
…Carrozzeria Orfeo, che dà l’impressione di una bella, lunga corsa (sono due ore e mezza) mai affannosa e mai pesante, riesce a rompere ancora gli schemi mettendo in campo i sentimenti…la comicità della compagnia, anziché sboccata, trova piuttosto la lingua reale, fosse anche greve, attraverso cui la realtà – non ancora reale, me tragicamente verosimile – racconta se stessa. Così si sorride dei propri mostri, e se si ride lo si fa per illudersi di scacciarli. Anche il cosiddetto politicamente scorretto, cifra della compagnia, qui diventa più espressamente politico – e mai retorico – in una descrizione spietata in cui persino la distopia sembra superata – o almeno affiancata – dalla realtà.
Chiara Palumbo, Cultweek
…il teatro era pieno di gente contenta come non l’avevo ancora vista da che abbiamo provato a ripartire. Gente che li aspettava, evidentemente. Applausi a scena aperta, tanti, tante chiamate alla fine, grande entusiasmo che si toccava con mano… Non ci sono tesi ma provocazioni, e c’è persino un’estrema pietas verso i miserabili perché sotto la scorza dura di questi caratteri, ci sono dolori veri, sentimenti, emozioni che corrono. Proprio come quando la crosta su una ferita non ancora guarita non si prende il suo tempo e sotto il sangue ricomincia a fluire. E allora lo mescoliamo col nostro. Per questo dopo esserti abbandonato a una grassa risata, liberatoria, c’è una specie di risucchio, anche dolente o, almeno, accorato e pensoso. Uno spettacolo da non perdere…
Alessandra Bernocco, Multiversi.net
…Gabriele Di Luca, sa cosa voglia dire scrivere avendo in mente il ritmo e il senso scenico, sa mantenere in piedi l’interesse e l’attenzione dello spettatore anche per un periodo lungo…Tutti gli interpreti bravissimi nei tempi teatrali e nella modulazione della voce, una compagnia che non delude mai e che cresce in professionalità e profondità… uno spettacolo favoloso come questo, nel senso letterario del termine, si torna bambini e si ricomincia a credere nelle favole, qualcosa che vale la pena di salvare, se si cerca, si trova sempre.
Angela Villa, Dramma.it
…Potente è la capacità espressiva della drammaturgia di Gabriele Di Luca, capace di suscitare dubbi e dilemmi umani e sociali, incastrare stati d’animo personali con prese di coscienza universali, unire il singolo atto alla responsabilità collettiva… I protagonisti, danno prova di grande preparazione e ottima sinergia, cavalcando la scena e gestendo palco, tempi, ritmi, entrate e uscite da tutti i lati con mestiere. Tutti bravissimi, nessuno escluso, davvero, ma l’entusiasmo personale chiede di confermare l’immensa ammirazione per Beatrice Schiros, sottolineare il coinvolgimento che ogni volta Massimiliano Setti riesce a suscitare, e mettere in luce le capacità e la bravura di Aleph Viola, uno di quegli attori che, una volta visti a teatro, non ti scordi nemmeno a distanza di tempo…
Flaminio Boni, flaminioboni.it
…Il nuovo, attesissimo lavoro di Carrozzeria Orfeo arriva a Milano e porta con sé la straordinaria capacità di questa Compagnia di riempire i teatri attraendo un pubblico sempre più vasto e affamato di proposte intelligenti capaci di farci ridere, emozionare e riflettere, ma anche di metterci in guardia rispetto al tipo di società che stiamo costruendo e alla “merda” (letteralmente) che rischia continuamente di sommergere i protagonisti di questo “Miracoli Metropolitani”; e tutti noi insieme a loro…
Alessandro Bizzotto, Modulazioni Temporali
…uno spettacolo da non mancare. Si tratta di una dark comedy in cui risulta evidente (e vincente) la commistione tra i tempi della comicità teatrale e quelli tipici delle sit comedy televisive. Il ritmo scenico è incalzante e le battute si susseguono senza soluzione di continuità. A dar vita e corpo a questi personaggi, un cast di attori in stato di grazia. Uno spettacolo che diverte, fa riflettere e commuove.
Danilo Ruocco, Amleto.info
… C’è poesia e un tocco di filosofia, in questo testo corposo e fluido, che si intesse di un inizio scoppiettante, battute pungenti, ritmi precisi, una recitazione sempre all’altezza di ruoli mai facili e personaggi credibili, complessi e che si evolvono verso un finale senza sbavature, predicozzi o falsi moralismi…Il cast dimostra grande affiatamento: rivedere una compagnia con sette interpreti di razza fa piacere in tempi di teatro asfittico, doppiamente dopo due anni di ‘distanziazione sociale’…Un Di Luca prometeico ha avuto il coraggio di donare all’uomo il fuoco: sapremo usarlo?
Simona Frigerio, inthenet.eu
Uno spettacolo dalla regia precisa e puntuale che si avvale di un light design sempre all’altezza di una scenografia funzionale – ove ogni oggetto o pertugio, porta o stanza ha un preciso significato e funzione. Una scenotecnica che dà risalto a un’eccellente prova attoriale dell’intera troupe e a una drammaturgia che non fa sconti a nessuno e che, dietro alle battute, più o meno irriverenti, nasconde ma allo stesso tempo esplicita i danni del colonialismo – ieri come oggi.
Luciano Ugge, Persinsala
…Non menzioniamo nessuna prova attoriale in particolare, perché tutti e sette ci hanno conquistato. Non ci sono buoni o cattivi nello spettacolo di Carrozzeria Orfeo, solo personalità che sembrano soccombere a tutto il male dentro e fuori di loro.
Emanuela Mortari, Genova 24.it
Miracoli Metropolitani è l’ennesimo marchingegno ad orologeria firmato Carrozzeria Orfeo. Sarà impossibile dimenticare Mosquito, Cesare, Plinio, Clara, Igor, Hope…e le urla senza suono di Clara. Questo elogio grottesco del post-moderno, in cui anche un frullatore acceso è un segno dal cielo, ci trattiene, ci scuote. E’ una campana che suona per noi. La messinscena ci tiene con gli occhi puntati sul palco per tutta la sua durata e ci perseguita nelle ore a seguire.
Chiara Cataldo, Corriere dello Spettacolo
…nel sottosuolo di quella squallida cucina, fra quelle squallide vite qualche barlume di potentissima umanità si vede, senza per questo dare la sensazione di voler essere pacificante: è comunque la merda a vincere, coperta solo da una breve risata inconsulta.
Caterina Orsenigo, Gli Stati Generali
…sono tra i pochi rappresentanti del panorama teatrale, al momento, a saper indagare così, nel profondo ma non senza ironia, nell’animo umano e nelle contraddizioni di ognuna e ognuno di noi. Mettendoci anche di fronte alle nostre fragilità e riprendendo temi quanto mai di interesse nazionale e globale.
Anna De Marco, La Nouvelle Vague
In scena sono semplicemente irresistibili, complici una scrittura scenica che li definisce virgola per virgola e punto su punto e le capacità attoriali trascinanti di ogni singolo attore, che trasudano talento, energia, professionalità da ogni poro…Puro funambolismo teatrale…
Marta Cristofonini, Locacritica.com
Si potrebbe dire che si tratta di uno spettacolo assurdamente reale, che urla tramite il teatro di prenderci delle responsabilità, ma non sarebbe utile. È più efficace suggerire calorosamente di andare a vederlo e poi ognuno potrà farne ciò che vuole: postare l’immagine degli applausi finali sui social, ricavare spunti di riflessione, decidere di andare più spesso ad occupare le platee, etc. Solo un’ultima cosa: Massimiliano Setti, nel ruolo di Cesare, nonostante la merda fuori e dentro, semplicemente ti fa stare bene, così bene che fa quasi male.
Marta Zannoner, Milano Teatri
Dialoghi arguti e serratissimi, scene e controscene, sproloqui e balbettii, furie cinetiche e semi-immobilità. Ma anche netti cambi di luce a ritagliare sezioni dello spazio, una scenografia semovente con avanzamenti e retrocessioni drammaticamente efficaci: un furioso baillame costruito ed eseguito con limpida sapienza. Chapeau.
Michela Pascarella, Gagarin Magazine
… Le due ore e passa di messinscena volano, innanzitutto per la grande bravura degli attori tra cui spiccano l’incisivo Federico Vanni, l’irresistibile Beatrice Schiros, il sensibile Federico Gatti e l’istrionico Aleph Viola. Da segnalare, inoltre, la funzionalissima scenografia e le impeccabili luci curate da Lucio Diana.
Cristian Pandolfino, La Platea
È un tornado. Un autentico tornado… I teatranti più trendy del paese portano a casa l’ennesima bella “partita” della loro ancor giovane storia ed è quasi un sollievo sapere che esistono realtà all’apparenza così raggiungibili in grado scrostare ogni vetusta abitudine ancora attanagliata in una mentalità tutta italica di teatro declamato e non vissuto. Consigliatissimo. Più di ogni ristorante rinomato.
Giuseppe Menzo, Unfoldingroma.com
… Miracoli Metropolitani ha riportato a teatro una boccata d’aria fresca… Per Carrozzeria Orfeo, infatti, la questione cruciale risiede proprio nel ricercare un compromesso fra intrattenimento e introspezione, per rompere la dicotomia ormai logora che esiste tra un teatro per così dire “classico” o d’autore e un teatro che propone drammaturgie originali. Perché è possibile coinvolgere chi assiste in un’esperienza profondamente emotiva e intellettuale, raccontandola però attraverso un linguaggio quotidiano, schietto e soprattutto fruibile per un’ampia platea di persone… Per un paio d’ore si può smettere di sentirsi soli, frustrati e angosciati dalla vita di tutti i giorni per credere a qualcosa, la scena, che non dovrebbe limitarsi a imitare la vita, ma dovrebbe condensarla fino a farne un distillato di emozioni.
Francesco Tibaldi, Le Nottole di Minerva
… In due ore e mezza Miracoli Metropolitani regala lunghe risate intervallate da momenti toccanti e di profonda riflessione. Grazie all’ironia spinge a guardarci dentro, a capire il nostro dolore per accettarlo e spingerci all’azione. Ci sveglia da una realtà in cui si è soliti pensare che la solitudine che proviamo ci tocca solo personalmente, mentre in realtà accomuna l’intera società contemporanea.
Elisa Rossi, Sapereambiente
Il trio Massimo Setti/Gabriele Di Luca/Alessandro Tedeschi analizza con la lente d’ ingrandimento una società che limita ogni libertà, in un contesto di degrado globale che lascia poche possibilità, se non la fuga, quando possibile… Questo è il teatro che si dovrebbe vedere più spesso sui nostri palcoscenici.
Sarah Mataloni, Close up
Si fanno sentire forte gli applausi nella capitale, in un teatro traboccante di spettatori, per Carrozzeria Orfeo che dopo Thanks for Vaselina, Animali da Bar e Cous Cous Klan, ritorna con Miracoli metropolitani… Quello a cui si è assistito in queste due settimane al Teatro Vascello è stato davvero un miracolo… forse il più atteso da chi il teatro lo fa e da chi lo guarda.
Rosaria Vincelli, ladiscussione
La scrittura di Di Luca è lucida e spietata, le sequenze sono velocissime e paiono cinematografiche, il realismo è travestito da paradosso ed è sottolineato anche nei particolari, come il vero cibo manipolato dai protagonisti. Tutto ciò con un cast formidabile, capace di valorizzare ogni singola sfumatura, divertire alle lacrime e fulminare letteralmente il pubblico…
Nicoletta Cavanna, Radio Gold
Ben costruita la regia di Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi e Di Luca; coerenti e pertinenti le musiche costruite per lo spettacolo dallo stesso Setti; densissima la drammaturgia, che passa con naturalezza dal comico al tragico, dal turpiloquio alla poesia, dai grandi problemi di attualità al mito, dai classici greci a Camus. Tutto funziona in un perfetto meccanismo a orologeria come le scenografie, che avanzano e retrocedono elettricamente a raccontare lo scorrere del tempo. Scoppiettante il ritmo degli attori, tutti bravi, che si scambiano raffiche di battute divertenti eppure taglienti come bisturi.
Rossella Piccarreta, PAC
Ottimo l’intero cast di attrici e attori, che mantiene vivo per tutto lo spettacolo un ritmo vertiginoso, (difficile da trovare in teatro in Italia) senza sbavature o incertezze. Come un corpo unico, ogni personaggio contribuisce con un pezzo della storia, ognuno trovando spazio e profondità nella duplice maschera del teatro: comica e drammatica.
Massimo Gonnelli, Fermata Spettacolo
Lo spettacolo “Miracoli metropolitani” è un vortice di emozioni ed uno specchio in cui contemplarsi. Il “miracolo” sta nella presa di coscienza di accettare le nostre fragilità e nella capacità di dirigere il destino a fare la cosa giusta.
Josette Sedami Agbo, La Gazzetta di Massa e Carrara
Il ritmo è serrato, la regia impeccabile, i tempi scenici perfetti, e le due ore e oltre senza intervallo volano via senza quasi accorgersene, complici la strepitosa bravura di tutti gli attori,
Uno spettacolo geniale e lungimirante, che dimostra come gli artisti da sempre abbiano la capacità di leggere e interpretare il reale meglio di chiunque altro, in modo spesso profetico come in questo caso, e come non debbano mai rinunciare al loro ruolo di intellettuali creativi e impegnati a svelare e denunciare le tante storture e i tanti mostri-merde che le civiltà di sempre, ma quella odierna in particolare, sono in grado di produrre.
Chiara Pasetti, La Nuova Savona
Uno spettacolo da non perdere, perché la bravura degli attori non solo fa emergere le caratteristiche di ogni personaggio in modo preciso e coinvolgente, ma dove il susseguirsi delle battute e dei dialoghi più meditativi si snoda con fluidità e trasparenza, come se fosse tutto ‘naturalmente’ vero e ci si trovasse anche noi spettatori a recitare su quel palcoscenico divenuto, senza sofferenza ma con un post- dolore, la nostra vita.
Rita Felerico, Teatrocult News
…Carrozzeria Orfeo è una garanzia di interpreti dotati di un livello artistico così elevato e omogeneo tra tutti i membri del cast, da trovare difficoltà nel riscontrare dei primati recitativi o dei plausi specifici: la qualità dei singoli è troppo elevata per arrischiarsi in complimenti che risulterebbero, d’altro canto, superflui…
Francesco Gaudiosi, Ilcorrieredelteatro
Eccezionali tutti gli attori sul palco: potenti, presenti fisicamente ed emotivamente, permettono una reale empatia e condivisione di quel che viene messo in scena. I tempi e i ritmi dello spettacolo ti fanno vivere nel mondo dei personaggi per 2 ore, invitando alla riflessione perché le storie di Igor, Cesare, Plinio, Patty, Hope e Mosquito sono anche le nostre. C’è un po’ di tutti noi, dopo questi due anni, in questo spettacolo. Nelle frustrazioni, nelle paure, nelle ansie e anche nell’ironia di questi personaggi ci si può ritrovare e, perché no, il loro modo di reagire invita a riflettere.
Veronica Cardella, senzalinea.it
Usciamo dal teatro travolti dal ritmo scandito delle battute a cui Carrozzeria Orfeo ci ha ormai abituati, con la testa e il cuore ricolmi di gratitudine per uno spettacolo tanto denso di temi e intenso nella forza recitativa degli attori, nella profondità del testo, nella impeccabile regia firmata dai tre fondatori della compagnia: Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi. Miracoli Metropolitani è uno spettacolo straordinariamente contemporaneo, che ci fa ridere di gusto della nostra pochezza e amaramente ci riga il viso di una lacrima per la commozione.
Antonio Mazzuca, Gufetto Press
Miracoli metropolitani è uno spettacolo che vince la battaglia del teatro per entrare in contatto con le nuove generazioni, e più in generale con un pubblico per troppo tempo ignorato dalla presunta intellighenzia; i meriti, oltre che nelle parole utilizzate, vanno cercati in una recitazione che fa del tempo-ritmo di ascendenza stanislavskijana una splendida ossessione.
Gerardo Innarella, Birdmen
Gli otto personaggi, interpretati magistralmente, sembrano racchiudere un’intera gamma di personalità così grottesche da risultare incredibilmente reali. Ognuno di loro contribuisce ad una risata con un linguaggio per niente controllato. Il pubblico si affeziona, li acclama, a tratti li rimprovera, per poi alzarsi in piedi ad applaudire nei momenti più potenti. Alla fine, questo accade in teatro: si condivide. E se dal lato della sala si sente singhiozzare è solo grazie al fatto che questi incredibili interpreti hanno fatto un buon lavoro, e non solo in scena.
Elena Bellanova, laragione.eu
Affiatati, preparatissimi e pieni di energia gli attori in palcoscenico: Elsa Bossi, Ambra Chiarello, Federico Gatti, Beatrice Schiros, Massimiliano Setti, Federico Vanni, Aleph Viola. Dagli spalti del Vascello sono arrivati applausi scroscianti, anche per le scenografie ad effetto di Lucio Diana che ha curato anche le luci. Una produzione intensa che conferma il livello assoluto di Carrozzeria Orfeo e che mette l’appetito in bocca. C’è già attesa per il prossimo lavoro.
Claudio Riccardi, Quarta Parete Roma
LINK INTERVISTE E SERVIZI
Andrea Colamedici, TLON, intervista Gabriele Di Luca
https://vimeo.com/659340781/38868451fe
Monica Bartocci, Non Solo Performing Arts, 21/02/2022
https://www.raiplaysound.it/audio/2022/02/non-solo-performing-arts-21-2-2022-b1bf8bfc-0bde-452e-b33a-a72510b014de.html
Rai 5, Save the Date, 10/12/2021
https://www.raiplay.it/video/2021/12/Save-the-Date-Puntata-10-240c72d0-752c-4201-8e0f-5af013700002.html
Georgina Zapparoli, Rainews
https://www.rainews.it/tgr/liguria/video/2021/11/lig-Miracoli-Metropolitani-Carrozzeria-Orfeo-Teatro-Modena-Genova-81dd593c-44c0-45fe-865c-4ec824821ff7.html
Teatri in Prova, Il Teatro di Radio 3, Laura Palmieri intervista Gabriele Di Luca, 31/01/2022
https://www.raiplaysound.it/audio/2022/02/Il-Teatro-di-Radio3-del-31012022-3d71ffa0-acd5-4fd7-8de8-647333e2a115.html
Intervista di Rodolfo di Giammarco, 18/07/2020
https://www.repubblica.it/spettacoli/teatro-danza/2020/07/18/news/carrozzeria_orfeo-262212945/
Intervista di Maresa Palmacci, Recensito
https://www.recensito.net/rubriche/interviste/gabriele-di-luca-carrozzeria-orfeo-intervista.html
Intervista di Federica Manzitti, Corriere della Sera, ed. Roma
https://roma.corriere.it/notizie/cultura_e_spettacoli/22_gennaio_11/carrozzeria-orfeo-miracoli-metropolitani-vascello-67dc75be-7245-11ec-b185-e6e7d7d180a3.shtml
Intervista a Gabriele Di Luca di Domenico Paris
https://www.thewalkoffame.it/blog/junk-food-e-alienazione-nel-nuovo-spettacolo-della-carrozzeria-orfeo-parla-gabriele-di-luca/
Intervista di Mary Ferrara, Teatro.it
https://www.teatro.it/interviste/teatro/gabriele-di-luca-spero-che-carrozzeria-orfeo-diventi-un-progetto-trasversale
BIOGRAFIA
Carrozzeria Orfeo, fin dai suoi esordi, ha espresso la propria urgenza creativa ispirandosi ad un ideale artistico fortemente “Pop”, popolare, nel senso più alto del termine; ovvero un teatro che pensa allo spettatore fin dalla sua ideazione e scrittura, con storie che desiderano innescare riflessioni sul presente per indagare, non senza profondità e divertimento, i nodi cruciali dell’esistenza umana.
La necessità primaria è quella di proporre un teatro aderente ai temi della realtà proprio per problematicizzare nodi antropologicamente fondanti e intercettare l’intimità più fragile degli spettatori. L’obbiettivo è quello di portare sempre più pubblico a teatro, dimostrando che l’impegno civile e sociale possono essere felicemente coniugati ad una visione emozionante, profonda e molto divertente della vita. Anche l’intrattenimento è uno degli elementi costitutivi del fare teatro con lo scopo di affiliare nuove generazioni di spettatori e catalizzare intorno ai propri progetti sempre più pubblico.
La forte capacità comunicativa, tratto distintivo della Compagnia, che ha saputo in questi anni potenziare e consolidare la propria community digitale (composta da circa 50.000 contatti), ha permesso di intercettare un nuovo pubblico, come testimoniano i numerosi sold out nei maggiori teatri italiani.
Un teatro Pop, fatto di drammaturgie originali che trovano ispirazione nell’osservazione del nostro tempo, in cui l’ironia si fonde alla tragicità, il divertimento al dramma. Il risultato è un’escursione continua fra realtà e assurdo, fra sublime e banale, attraverso storie che possono essere lette a più livelli e che hanno riscosso negli anni un grande successo di pubblico e critica. Non meno importante è il lavoro d’attore nell’interpretazione di personaggi forti e caratterizzati, fortemente riconoscibili al pubblico, in un percorso drammaturgico della Compagnia teso ad esplorare diversi territori di scrittura, recitazione, messa in scena, senza tralasciare la composizione musicale originale e una personalissima visione estetica.
Diplomati all’Accademia d’Arte Drammatica “Nico Pepe” di Udine, Massimiliano Setti e Gabriele Di Luca, insieme a Luisa Supino, costituiscono nel 2007 la compagnia Carrozzeria Orfeo, che ha la sua sede a Mantova, di cui sono autori, registi ed interpreti dei propri spettacoli, dei quali curano anche la composizione delle musiche originali.
Nel 2007 danno vita al loro primo spettacolo NUVOLE BAROCCHE, ispirato all’omonimo album e alla canzone “Le nuvole” di Fabrizio De André, che nello stesso anno ha ricevuto la Menzione Speciale al Premio Tuttoteatro.com “Dante Cappelletti” e nel 2008 la Menzione Speciale al Premio Nuove Sensibilità del Festival Teatro Italia.
Nel 2008 debutta GIOCO DI MANO, viaggio surreale attraverso vita, amori e miracoli di quattro diverse generazioni e nel 2009 SUL CONFINE, vincitore della quinta edizione del Premio Tuttoteatro.com “Dante Cappelletti”, in cui tre uomini raccontano la storia di una guerra, non importa “di chi contro chi” ma quella che si gioca sempre al limite.
Nel 2011 debutta IDOLI, testo finalista al Premio Hystrio per la Drammaturgia 2011 e vincitore come miglior spettacolo della Rassegna Autogestito al Teatro Quirino di Roma, ispirato al saggio “I vizi capitali e i nuovi vizi” di Umberto Galimberti.
Nel 2012 debutta ROBE DELL’ALTRO MONDO, amara e paradossale denuncia sociale sulle paure metropolitane che condizionano la nostra quotidianità e le nostre relazioni, spettacolo nato all’interno del Progetto ROAAAR (vincitore del bando Creatività Giovanile della Fondazione Cariplo).
Nel 2012 vincono il Premio Nazionale della Critica come migliore compagnia e il bando fUNDER35 finanziato dalla Fondazione Cariplo.
Nel giugno 2013, al Teatro Romano di Spoleto, dalle mani di Franca Valeri, viene assegnato a Gabriele Di Luca il Premio SIAE alla Creatività 2013 come migliore autore teatrale.
Ad agosto 2013 al Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria debutta THANKS FOR VASELINA, vincitore del Last Seen 2013 di KLP come migliore spettacolo dell’anno, in coproduzione con Marche Teatro.
A giugno 2015 ricevono il Premio Hystrio-Castel dei Mondi 2015. Sempre al Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria nel 2015 debutta ANIMALI DA BAR vincitore del Premio Hystrio Twister 2016, in coproduzione con Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Eliseo.
Nel dicembre 2017 debutta il nuovo lavoro COUS COUS KLAN prodotto da Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Eliseo, in collaborazione con Fondazione Teatro della Toscana, La Corte Ospitale – residenze artistiche.
Nel 2018 vincono il Bando Cultura Sostenibile di Fondazione Cariplo con il progetto triennale Tour de Force, volto al consolidamento e al potenziamento dell’attività di produzione e di tournée che nella Stagione 2018.2019 ha registrato 115 repliche su tutto il territorio nazionale.
Nel 2019 escono per la casa editrice Cue Press i tre testi teatrali (Thanks for Vaselina, Animali da Bar, Cous Cous Klan) con prefazione di Rodolfo Di Giammarco.
A settembre 2019 ricevono due Premi Le Maschere del Teatro Italiano: a Beatrice Schiros come migliore attrice non protagonista e a Gabriele Di Luca come migliore autore di novità italiana, entrambi per lo spettacolo Cous Cous Klan.
Nello stesso mese a Barcellona viene messa in scena la versione catalana di Thanks for Vaselina, diretta da Sergi Belbel.
Nel 2020 debutta al Napoli Teatro Festival MIRACOLI METROPOLITANI, una produzione Marche Teatro, Teatro dell’Elfo, Teatro Nazionale di Genova, Fondazione Teatro di Napoli-Teatro Bellini, in collaborazione con il Centro di Residenza dell’Emilia- Romagna “L’arboreto – Teatro Dimora | La Corte Ospitale.” Con questo testo, Gabriele Di Luca viene selezionato come autore italiano nel progetto americano Italian Playwrights Project 3a Edizione (2020/22) finalizzato a promuovere la scrittura creativa contemporanea.
Nel 2022 debutta al Campania Teatro Festival STUPIDA SHOW! (Capitolo 1: Cattivi Pensieri), un monologo di Stand Up comedy che ha come protagonista Beatrice Schiros, coprodotto da Carrozzeria Orfeo, La Corte Ospitale, Accademia Perduta – Romagna Teatri, Fondazione Campania dei Festival.