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dal 18 al 23 febbraio
dal martedì al venerdì h 21, sabato h 19 e domenica h 17

IL MINISTERO DELLA SOLITUDINE

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uno spettacolo di lacasadargilla

parole di Caterina Carpio, Tania Garribba, Emiliano Masala, Giulia Mazzarino, Francesco Villano
drammaturgia del testo Fabrizio Sinisi
regia Lisa Ferlazzo Natoli e Alessandro Ferroni
con Caterina Carpio, Tania Garribba, Emiliano Masala, Giulia Mazzarino, Francesco Villano
drammaturgia del movimento Marta Ciappina
cura dei contenuti Maddalena Parise
spazio scenico e paesaggi sonori Alessandro Ferroni
luci Luigi Biondi
costumi Anna Missaglia
aiuto regia Alice Palazzi / Caterina Dazzi
assistente al disegno luci Omar Scala
scene costruite nel Laboratorio di Scenotecnica di ERT
responsabile del Laboratorio e capo costruttore Gioacchino Gramolini
costruttori Davide Lago, Sergio Puzzo, Veronica Sbrancia
scenografie decoratrici Ludovica Sitti con Sarah Menichini, Benedetta Monetti, Rebecca Zavattoni
costumi realizzati da Officina Farani
consulenza alle scenografie Annalisa Poiese
foto di scena Claudia Pajewski

produzione Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Teatro Metastasio di Prato, La Fabbrica dell’Attore – Teatro Vascello
in collaborazione con lacasadargilla
con il sostegno di ATCL
si ringrazia per l’ospitalità in residenza Carrozzerie ǀ n.o.t.
con la collaborazione di Teatro Asioli – Correggio

Il testo Il Ministero della Solitudine è pubblicato nella collana Linea di Emilia Romagna Teatro Fondazione ERT / Teatro Nazionale e Luca Sossella editore a cura di Sergio Lo Gatto e Debora Pietrobono. Il libro è stato curato da Maddalena Parise / lacasadiargilla e Fabrizio Sinisi.

Interpreti e personaggi:
Giulia Mazzarino – Alma
Francesco Villano – F.
Emiliano Masala – Primo
Tania Garribba – Simone
Caterina Carpio – Teresa

Durata: 95’

Lisa Ferlazzo Natoli firma insieme al regista e disegnatore del suono Alessandro Ferroni, Il Ministero della Solitudine, nuovo spettacolo di lacasadargilla.
Il lavoro, una scrittura interamente originale a cura di tutto l’ensemble, si avvale della collaborazione di Fabrizio Sinisi, che cura la drammaturgia del testo, e di Marta Ciappina che cura invece la drammaturgia del movimento.

Lo spunto dello spettacolo nasce da una notizia di cronaca politica internazionale. Nel gennaio 2018, la Gran Bretagna ha nominato ufficialmente un ministro della Solitudine, il primo al mondo, per far fronte ai disagi che questa può̀ provocare a livello emotivo, fisico e sociale. L’anno successivo viene inaugurato il relativo Ministero, «istituzione dalla natura politicamente ambigua e dalle finalità̀ incerte».
A partire da questa vicenda, la compagnia lacasadargilla inaugura una riflessione su un luogo – reale e immaginifico – capace di operare con linguaggi e dispositivi narrativi intorno ai desideri, ai rimossi e alle immaginazioni di un’epoca che sempre più̀ richiede di ragionare con cura sulle comunità̀ dei viventi.
Una scrittura originale di, con e per cinque attori, strutturata per flash, incontri, incidenti e costituita da partiture fisiche all’orlo di una danza. Una storia che indaga la solitudine innanzitutto come incapacità̀, come difficoltà del desiderio – oggetto non controllabile per definizione – a trovare una corrispondenza, avendo in sé una speranza troppo alta, spericolata o eccessiva, per potersi mai realizzare. O ancora quella solitudine in cui si sprofonda perché́ ciò̀ che è successo è irrecuperabile, e non interessa a nessuno.

Scrive lacasadargilla: «Mantenendone ferma la natura “leggera” e incidentale – come nell’improvviso rendersi conto che la propria vita è racchiusa in un acquario – abbiamo immaginato una struttura articolata attorno a cinque vicende, cinque storie di solitudine. Dell’Istituzione Ministero ne viene definita la natura politica sostanzialmente ambigua e tragicamente comica. È un luogo dove la liberazione del desiderio può attutire l’isolamento? Come si classifica una persona sola? C’è un sussidio di solitudine? In cosa consiste e chi ne ha diritto? Con cosa bisogna coincidere per essere definiti soli e dunque appartenere a una categoria riconosciuta? È lo scandalo della solitudine. È l’affollamento degli assenti nelle nostre vite, siano essi vivi, deceduti, spettri o tutta la moltitudine degli incontri mancati. Solitudine tutta contemporanea, di un’allegrezza insidiosa e irragionevolmente lieve. Solitudine come atlante di ricordi, catalogo di gesti, per percorrere il mondo e trattenere qualcosa di un noi; solitudine incarnata in alcuni oggetti, quasi dei kit di sopravvivenza: uno scatolone con tutta la vita dentro, un barattolo di miele fatto in casa, una pianta di plastica verde acceso, un set da pic-nic pronto all’uso, come se fossero ‘sacche di storie’, utensili eccessivi e numinosi per un’esistenza fuori dal normale».

Alma (Giulia Mazzarino) esce poco, le fa paura la materia che esplode, scompare e si trasforma. Raccoglie ogni traccia del proprio presente: il rumore di un’ape quando muore o come suona il mondo fuori dalla sua stanza. Dorme per sognare, a lungo e a colori.

(Francesco Villano), è l’unico di cui non sapremo mai il nome completo, sempre alle prese con difficoltà economiche, chiede a più̀ riprese un sussidio al Ministero per la costruzione di un alveare; è ossessionato dal pensiero dell’estinzione.

Primo (Emiliano Masala) è di poche parole. Ha come unico partner una Real Doll, Marta, con cui parla e accanto a cui silenziosamente sogna. Per professione è un “cleaner – moderatore”, pulisce i social network da contenuti giudicati non ammissibili.

Simone (Tania Garribba) è un’impiegata del Ministero. È una sorta di emanazione stessa del Luogo: incarna i cataloghi, le procedure, i protocolli di tutti gli specifici casi di solitudine che le passano tra le mani. È una figura che intercetta, organizza e riscrive le tracce e le ‘vite degli altri’.

Teresa (Caterina Carpio) è fatta di atti mancati, oscilla tra aspirazioni borghesi e bovarismo. Scrive un lunghissimo romanzo che presto presenterà̀ al mondo – o almeno così lei crede. Ha un linguaggio ridondante, acceso, letterario, che sembra girare a vuoto.

lacasadargilla riunisce intorno a Lisa Ferlazzo Natoli (autrice e regista), Alessandro Ferroni (regista e disegnatore del suono), Alice Palazzi (attrice e coordinatrice dei progetti) e Maddalena Parise (ricercatrice e artista visiva), un gruppo mobile di attori, musicisti, luciai, drammaturghi della parola e del corpo. Ensemble allargato che lavora assieme su spettacoli, istallazioni, curatele, progetti speciali ed editoriali, lacasadargilla innesta i propri lavori su scritture originali, riscritture letterarie e testi di drammaturgia contemporanea. Fra le produzioni teatrali: La casa d’argilla, Il libro delle domande, Foto di gruppo in un interno, Jakob von Gunten da Robert Walser, Lear di Edward Bond. Fra i progetti speciali IF/Invasioni (dal) Futuro, Art You Lost? 1000 persone per un’opera d’arte. Fra i melologhi per parole, musiche e immagini Les Adieux! Parole salvate dalle fiamme e Storia della tua vita. Arrival da Ted Chiang. Nel 2019 lo spettacolo When the Rain Stops Falling di Andrew Bovell prodotto da Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Fondazione Teatro Due, vince tre Premi Ubu (il testo è pubblicato con il radiodramma Distant Lights from Dark Places in questa stessa collana). Nel 2021 realizza L’amore del cuore di Caryl Churchill. Nel 2022 debutta a VIE Festival Il Ministero della Solitudine (Emilia Romagna Teatro ERT / Teatro Nazionale, Teatro di Roma – Teatro Nazionale, Teatro Metastasio di Prato). Del 2023 sono Anatomia di un suicidio di Alice Birch (produzione Piccolo Teatro di Milano_Teatro d’Europa) e Città sola di Olivia Laing (produzione lacasadargilla, Angelo Mai, Bluemotion, Teatro Vascello La Fabbrica dell’Attore). Dal 2021 sono artisti associati del Piccolo Teatro di Milano.

Maddalena Parise è ricercatrice e artista visiva, PhD in estetica e teoria della fotografia (Parigi, EHESS-Sorbona), autrice di saggi, cura progetti editoriali in Italia e all’estero, tra cui la rivista di storia, antropologia e teoria dell’arte «Images re-vues» e l’antologia di testi inediti Teatro. Australia (con Margherita Mauro) pubblicata in questa stessa collana. È co-autrice e dramaturg di progetti teatrali e pluridisciplinari de lacasadargilla. In veste di artista visiva realizza istallazioni e paesaggi visivi per spettacoli teatrali e allestimenti site specific.

Fabrizio Sinisi drammaturgo, poeta e scrittore, nel 2012 ha debuttato come autore teatrale con La grande passeggiata con la regia di Federico Tiezzi. Dal 2010 è dramaturg della Compagnia Lombardi-Tiezzi e consulente artistico del Centro Teatrale Bresciano. Lavora stabilmente con i maggiori teatri nazionali, collaborando con i più importanti registi della scena italiana. Scrive su «Domani» e «Doppiozero». Suoi lavori sono stati tradotti e rappresentati anche in Austria, Croazia, Egitto, Francia, Germania, Gran Bretagna, Grecia, Romania, Spagna, Svezia, Svizzera e Stati Uniti. Ha ottenuto la menzione dell’American Playwrights Project, il Premio Testori per la Letteratura e il Premio Nazionale dei Critici di Teatro.

Marta Ciappina danzatrice e didatta, si forma a New York al Trisha Brown Studio e al Movement Research. Come danzatrice affianca Alessandro Sciarroni, Michele Di Stefano, Marco D’Agostin, Simona Bertozzi, Chiara Bersani, Tiziana Arnaboldi, Daniele Albanese, Daniele Ninarello. Ariella Vidach. Come docente collabora con la Scuola Luca Ronconi del Piccolo Teatro di Milano diretta da Carmelo Rifici e con il progetto DA.RE diretto da Adriana Borriello. Nel 2022 riceve il Premio Danza&Danza come interprete.

Caterina Carpio ha studiato recitazione a Torino, laureata in lettere si definisce immaginaria, incredibilmente immaginaria, immaginaria fino al midollo. Sarà per questo che ama essere una spettatrice della scena, insegue il teatro come una dannazione, crea legami con chiunque le capiti sotto tiro in quanto fermamente convinta che senza condivisione, comunità, poesia non si vada da nessuna parte, tantomeno in scena. Siamo nel 2023, cammina con gli occhi rivolti al cielo e attende con trepidazione cosa le riserva il futuro.

Tania Garribba nata a Napoli, vive a Roma ma preferisce il tempo passato in viaggio. Figlia unica, soggetta spesso a sbalzi d’umore, ha studiato filosofia, occupato spazi, litigato molto, scritto lettere, partorito. Ha cominciato a pensare al teatro dopo aver visto nei primi anni 80 uno spettacolo in copto dell’Odin Teatret di cui non ha capito una parola. Polemica per vocazione, femminista, si è innamorata e disamorata più di una volta. Attualmente soffre d’insonnia e di mancanza di luce nell’appartamento.

Emiliano Masala nato a Milano si laurea in lettere e studia a Torino. Sensibile osservatore di ogni aspetto della scena, sia come attore che come regista, ama affrontare personaggi ambigui e controversi. Appassionato di drammaturgia contemporanea e di fumetti, si vergogna di ammettere di essere un formidabile ballerino, ma forse prima o poi lo diventerà. Da qualche anno si prepara a una brillante carriera nel Regno Unito perfezionando la conoscenza della lingua inglese e immagina uno spettacolo che abbia a che fare con il tempo. P.S. Questa biografia gliel’ha scritta la moglie.

Giulia Mazzarino Registrata all’anagrafe di Torino come Giulia, Luna, Adele. Indossa con fierezza il suo primo paio di occhiali a tre anni, studia pianoforte e canta nel coro della scuola elementare. Sceglie che non andrà al liceo classico. Opta per l’Istituto d’Arte. Frequenta poi l’Accademia di Belle Arti, si laurea in Fenomenologia delle Arti Contemporanee e viene ammessa alla Scuola per Attori del Teatro Stabile di Torino. Insieme al fidanzato Isacco, non ha un centro abitativo di gravità permanente. Sogna il Nord del Mondo e vorrebbe imparare a suonare la batteria. È stata scelta con orgoglio dal cane Cooper come “suo essere umano preferito”.

Francesco Villano diplomato anni fa all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica, non soddisfatto, continua furiosamente a formarsi nell’antico giuoco della recitazione e nell’arte del lasciare/perdere. Solitario ma non solista, ripugna i monologhi (e i balli di sala). Alterna il teatro al teatro, libri voluminosi a libri molto voluminosi, lunghe camminate a poche ore di sonno. Miope. Apolide. Onnivoro professionalmente, ma non umanamente, nutre progetti leggeri e rapporti solidi. Aspetta con pacata sicumera di smentire Thomas Bernhard che scrive che dopo i 51 non ha più senso vivere.